Democrazia partecipata, ferma a Palazzo Ducale la proposta di modifica dello Statuto presentata da Mariano Brianda
Tutti potrebbero contribuire alle scelte per la città ma da tre mesi è solo silenzio
Il 5 novembre scorso era stata protocollata a Palazzo Ducale da Mariano Brianda, candidato sindaco di Sassari alle prossime elezioni, la proposta di modifica dello Statuto comunale per consentire ai sassaresi di partecipare più attivamente alla vita politica e amministrativa cittadina. A distanza di oltre tre mesi, non è arrivata ancora alcuna risposta da parte dell’amministrazione comunale sull’iniziativa presentata dalla Costituente per Sassari e dai Comitati di quartiere.
Il prolungato silenzio è stato al centro, lunedì 12 febbraio, di una riunione, nella sede dell’associazione in viale Umberto 122, presenti sette rappresentanti su dieci dei Comitati di quartiere. Dopo una articolata discussione, che ha visto numerosi interventi da parte dei presenti, si è deciso di sollecitare, con le forme che verranno ritenute più opportune, un riscontro da parte dell’amministrazione.
L’ iniziativa di modifica dello Statuto comunale, formalizzata da Brianda in qualità di consigliere di minoranza, è frutto di un lavoro condotto con Stefano Sotgiu, sociologo esperto di democrazia partecipativa e con la consulenza amministrativa di Stefano Casu. Hanno aderito otto Comitati, deliberando al loro interno.
Una delle riforme proposte mette al centro proprio i quartieri. Si chiede il loro riconoscimento e la loro istituzionalizzazione nella “Carta” cittadina. Questo allo scopo di renderli partecipi nelle decisioni che li riguardano. Gli altri tre strumenti di partecipazione politica che si vuole istituire o riformare sono le assemblee dei cittadini, già realtà in molti Comuni europei e della penisola; l’obbligatorietà dell’istruttoria pubblica (attualmente solo facoltativa) su atti della giunta e del consiglio comunale in materie come l’urbanistica, il commercio e i piani della mobilità; infine il referendum cittadino, mai indetto, a proposito del quale si vuole allargare il numero dei soggetti che possono richiederlo.